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Mauro Pellizzi nasce a Quartu S.Elena nel ‘75, tuttavia la Sardegna rappresenta solo una brevissima tappa: si trasferisce in Toscana, dove tuttora vive in provincia di Firenze. Fin da giovanissimo scopre la passione per il disegno e la pittura, solo più tardi incontrerà la scultura. Nessun percorso formale contribuisce alla sua educazione artistica, solo l’indagine del reale, la curiosità per la natura e il necessario confronto con altri artisti hanno contribuito a definire i profili delle sue opere.
Anonime mani di anonimi corpi
La figura umana vista nella sua concretezza priva di artificiosità; il legno e il marmo sono la materia ideale per dare forma alle mani. Isolate parti del corpo, riprese nelle più svariate posizioni, sanciscono l’attenzione dell’autore per il particolare: il processo scultoreo da utilizzare per interpretare ciò che lo sguardo riesce a celare, per scorgere le emozioni nella loro trasparenza, per cogliere i sentimenti nella loro schiettezza.
Infine, solo la semplicità e il messaggio esplicito possono favorire l’accessibilità, ma non obbligatoriamente la comprensione, di coloro che stanno fuori dal percorso che ha portato al concepimento di un’opera. Mosso dall’idea che l’arte debba spiegare ciò che non sempre è identificabile nell’immediato, l’artista deve essere in grado di far avvicinare la collettività ai suoi lavori, senza deprimere la propria attività o farsi espressione d’omologazione: per questa ragione spessore e forza della costruzione artistica devono esprimersi attraverso l’autenticità e l’essenzialità dei contorni.
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